La vicenda di scoperta di sé e transizione raccontata in versi dalla poetessa transessuale Giovanna Cristina Vivinetto in Dolore minimo, successo editoriale di Interlinea, diventa lo spunto per la nascita dell’ultimo successo Amazon Prime Video “Prisma”.
La serie, firmata da Alice Urciuolo, Giulio Calvani e Ludovico Bessegato, già regista di SKAM Italia, torna ad affrontare la complessità del mondo giovanile, esplorando le relazioni e le identità di Marco e Andrea, due gemelli all’apparenza identici ma profondamente diversi nelle inquietudini che esprimono. I due inaugurano un viaggio di scoperta e di passaggio da ciò che dovrebbero essere a ciò che vogliono essere, che coinvolgerà i loro amici, tutti accumunati dalla ricerca del proprio posto nel mondo.
«L’idea è nata da una raccolta di poesie di Giovanna Cristina Vivinetto, transgender che nel libro Dolore minimo racconta del percorso di scoperta e accettazione della propria identità di genere», spiega la sceneggiatrice Alice Urciolo «Da lì abbiamo preso il tema ed è nato il personaggio di Andrea, ma anche Marco, il suo gemello, è nato da Giovanna perché ha un gemello pure lei. Così è arrivato anche il tema del doppio interno, inteso come un’idea di maschile più socialmente accettabile. Andrea, infatti, non è pacificato con la propria identità».
I versi della poetessa, che appare nella serie come cameo, hanno un ruolo importante nel guidare il protagonista Marco attraverso l’esplorazione della propria identità fluida, sono significativi i versi recitati, quasi sussurrati, anche nel teaser della serie: «Noi eravamo fra quelli chiamati / contro natura. Il nostro esistere / ribaltava e distorceva le leggi / del creato. Ma come potevamo / noi, rigogliosi nei nostri corpi / adolescenti, essere uno scarto, / il difetto di una natura / che non tiene? Ci convinsero, / ci persuasero all’autonegazione. / Noi, così giovani, fummo costretti / a riabilitare i nostri corpi, / obbligati a guardare in faccia la nostra / natura e sopprimerla con un’altra. / A dirci che potevamo essere / chi non volevamo, chi non eravamo. / Noi gli unici essere innocenti. / Gli ultimi esseri viventi, noi, / trapiantati nel mondo dei morti / per sopravvivere.»
Giovanna Cristina Vivinetto è nata a Siracusa nel 1994. Laureata in Lettere, vive attualmente a Roma, dove si è laureata in filologia moderna all’Università La Sapienza. Dolore minimo (Interlinea, Novara 2018), è primo testo in Italia ad affrontare in versi la transessualità, è stato recensito dalle maggiori testate giornalistiche e letterarie. È la vincitrice della VII edizione del premio Cetonaverde Poesia Giovani, della 59°a edizione del premio San Domenichino Città di Massa, del 63° Premio Ceppo Pistoia 2019 Selezione Poesia Under 35 e della 90° Premio Internazionale Viareggio-Rèpaci come Opera prima.