Quanto è importante per l’Italia puntare sull’eccellenza? In un Paese che da sempre è il simbolo della qualità e della ricercatezza, oggi diventa un imperativo categorico sfruttare ancora di più e il più possibile questa risorsa. Nell’editoriale de L’Imprenditore Carlo Robiglio, direttore della rivista, si sofferma proprio su questo punto facendo riferimento alla cosiddetta Industria 4.0, che ha un fine specifico: quello di introdurre la quarta “Rivoluzione industriale” che renda definitivamente il made in Italy una grande risorsa per il Paese.
Che i prodotti che l’Italia produce per il mercato internazionale siano molto richiesti è già un dato di fatto: la rivoluzione deve però cogliere la grande opportunità di sublimare sia l’offerta con una crescente proposta qualitativa, che la domanda attraverso l’apertura verso i Paesi emergenti oltre agli Usa, questi ultimi, già grandi estimatori del bello e ben fatto che da sempre caratterizza l’Italia autentica.
L’obbiettivo è quello di vedere una crescita del “bello e ben fatto” del 20% in più confronto a quanto si registra oggi con possibilità di toccare punte del 31%; questa è la proiezione che è stata calcolata per i prossimi cinque anni che, in termini monetari sulla prima percentuale, porterebbe a un valore di 11 miliardi di euro in più per un totale di circa 70 miliardi.
Per realizzare tutto questo è opportuno però che la maestria manifatturiera, l’indiscussa qualità delle materie prime e, più in generale, il gusto che da sempre contraddistingue il mande in Italy in qualsiasi ambito, camminino di pari passo con avanzate capacità tecniche e tecnologiche: un cambiamento di prospettiva che, in prima battuta, vede la lungimiranza dell’imprenditore che guida e sceglie di valorizzare le risorse umane nel pieno rispetto della persona e dell’ecosostenibilità.
L’individuazione di precise esigenze dei nuovi acquirenti farà in modo di perfezionare un prodotto già di per sé ammirato e richiesto ma lo renderà immune da qualsiasi altra possibile imitazione.
La tradizione storica, la cultura che il nostro Paese si porta dietro è l’elemento di distinzione che nessun altro Paese potrà mai eguagliare, se questo elemento viene sfruttato in maniera intelligente l’Italia, già ambasciatrice del bello, diventerebbe l’unica vera produttrice di stile di vita, qualità, ricercatezza, in una parola di eccellenza: avrebbe il quid che un preciso target di utenza richiede. Notoriamente il mercato del lusso è sempre immune dalle crisi economiche: in questo modo, costruendo un dialogo tra produzione di alta qualità e percezione dei bisogni di questo mercato, il made in Italy diventerebbe l’unica cosa desiderabile per cui nessuno andrebbe a cercare un bene succedaneo perché non vi sarebbe alcun prodotto paragonabile allo stile inconfondibile del nostro Paese.